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Albinismo in Africa, caso coppia nigeriana a Palermo riapre discussione

01 Giu

Due genitori neri, un figlio bianco. Il singolare caso si è verificato a Palermo pochi giorni fa. Difficile negare lo stupore generale, e in particolare del padre, alla vista del neonato. A calmare le acque è dovuto intervenire il direttore del reparto, Antonio Perino, che ha spiegato alla coppia che probabilmente loro figlio è affetto da albinismo. Il direttore ha dichiarato: “i casi di albinismo nella popolazione nigeriana non sono comuni, ma non sono così rari. L’incidenza è circa di un caso su 14 mila”.

L’albinismo è un’anomalia genetica, caratterizzata da riduzione o assenza congenita della melanina nella cute, nei capelli, nei peli e negli occhi (Albinismo Oculocutaneo), o in alcuni casi, soltanto negli occhi (Albinismo Oculare). Ci sono varie forme di albinismo, quella più evidente è quella totale, caratterizzata da pelle bianchissima, capelli quasi bianchi o giallo paglierino di consistenza setosa ed occhi grigio-bluastri.

Il nuovo arrivato al Policlinico di Palermo può ritenersi fortunato, perché ci sono parti del mondo, soprattutto in Africa, dove gli albini sono emarginati, discriminati e perseguitati. Alcuni credono che sia una malattia contagiosa, altri addirittura, che le loro parti del corpo servano a costruire amuleti e preparare pozioni magiche. Spesso questi africani bianchi, sono, infatti, vittime di brutali omicidi a scopo di lucro.

Non è ancora stato fatto un vero studio sugli albini africani, e non si hanno cifre precise, ma si stima che in alcune parti del Continente le persone con albinismo siano addirittura una su mille. Una delle regioni con la più alta incidenza di albini è la Tanzania. Ma questo è anche uno dei luoghi in cui gli albini vivono peggio in assoluto. Il primo nemico da cui devono difendersi è il sole. L’assenza di melanina, l’agente che protegge dagli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette solari, rende la pelle e gli occhi estremamente delicati. L’esposizione al sole può causare tumori alla pelle e anche un notevole abbassamento della vista. Ne consegue che gli albini che nascono in Tanzania devono coprirsi con vestiti scuri, indossare occhiali da sole neri e capelli in testa.
Il secondo nemico, forse il peggiore, è però l’uomo stesso, che alimenta false credenze e superstizioni. Seppur rare, ci sono ancora delle madri, o meglio delle famiglie, che vergognandosi del piccolo lo uccidono alla nascita credendo che avere un albino in famiglia sia una maledizione.
Il più grande pericolo per gli albini è, però, la credenza che alcune parti del loro corpo siano propiziatorie per le attività economiche, come la pesca e l’estrazione mineraria. Ad incrementare queste idee sono gli stregoni, che commissionano le uccisioni per arricchirsi. Gli organi e persino i genitali degli albini sono utilizzati per i riti magici. Molti pescatori e minatori, accecati dalle leggende chiedono agli stregoni delle pozioni magiche. Fra le assurde convinzioni, ci sarebbe quella secondo cui, per aumentare il pescato basterebbe mettere nelle reti i capelli di un albino. Per la ricerca dell’oro, ad essere propiziatorie sarebbero, invece, le gambe degli albini.

L’ignoranza, l’estrema povertà e l’assenza di regole fanno si che questi delitti si perpetuano alla luce del sole. Qualche anno fa la vicenda delle uccisioni degli albini in Tanzania aveva suscitato un enorme scalpore, ma poi di nuovo il silenzio.

Fonte: Gaia News

 
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Pubblicato da su 1 giugno 2012 in Uncategorized

 

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