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L’Africa, tra business ed ecosostenibilità

27 Feb

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Nell’era del multiculturalismo e della globalizzazione, l’internazionalizzazione delle imprese e l’intercettazione dell’evoluzione dei mercati strategici costituiscono una prassi che accomuna ormai tutti gli attori del mercato globale. È in Africa, più precisamente nell’area Subsahariana, che gli attori internazionali pubblici e privati puntano la propria lente d’ingrandimento, ritenendola terra di business e dalle grandi opportunità economiche.

Ed è proprio nello spazio del termine “opportunità” – che lascia presagire prospettive ampie e variegate – che ormai da qualche tempo si è aperto un dibattito legato ai tanti dilemmi posti dalla globalizzazione. A contrapporsi due visioni: una che ritiene la presenza delle multinazionali in Africa come un forte impulso allo sviluppo di Paesi e popolazioni e l’altra, più diffidente e pessimista, che tende ad esecrare nazioni ed investitori stranieri considerandoli alla stregua di usurpatori di terre e diritti.

Mettendo da parte gli aspetti generali riguardanti il tema degli investimenti nell’Africa Subsahariana, si vuole in questa sede richiamare l’attenzione su uno dei settori che in quei territori è in forte espansione – l’agricoltura – e sull’influenza che giocano gli attori esterni in un’area economicamente strategica per quel che riguarda una dimensione di business che, secondo le previsioni della Banca Mondiale, darà luogo ad un giro d’affari di 1.000 miliardi di dollari entro il 2030.

L’area geografica dell’Africa Subsahariana presenta Paesi con economie diversamente sviluppate, dove la ricchezza derivante da fonti naturali, la sostanziale stabilità politica (eccezion fatta per gli Stati della fascia centro-equatoriale), una classe media emergente e la propensione all’utilizzo delle nuove tecnologie sembrano aver allontanato lo scetticismo diffuso che agli inizi del ventesimo secolo non lasciava spazio a grandi aspettative, data anche la diffusa presenza di guerre, epidemie e carestie in molti territori. Nigeria e Sudafrica, che attualmente risultano le prime economie del Continente, non sono le uniche ad aver contribuito alla crescita regionale dell’Africa Subsahariana; anche Mozambico, Angola e Ghana, infatti, hanno concorso a produrre un incremento positivo del PIL, che si è attestato al 4,7% medio annuo tra il 2000 e il 2012.

Continua…

Fonte: Bloglobal.it

 
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Pubblicato da su 27 febbraio 2015 in Uncategorized

 

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