Lo yoga sbarca in Africa grazie a una task force di oltre 100 istruttori dell’Africa Yoga Project, un’organizzazione non-profit statunitense nata nel 2007 con l’obiettivo di fare conoscere questa antichissima disciplina spirituale indiana basata sulla stimolazione dei centri sottili del corpo umano.L’Africa Yoga Project offre da 4 anni corsi gratuiti a centri sociali, ghetti urbani, orfanotrofi e carceri.Il centro di detenzione femminile di Nairobi è una prigione di massima sicurezza dove gruppi di detenute hanno imparato a cercare una liberazione che nasce dall’interno.Mary Mwangi sconta una condanna all’ergastolo per rapina a mano armata e ha scoperto lo yoga all’interno di un gruppo di supporto per donne malate di Aids.
“Prima di cominciare i corsi non sapevo niente sullo yoga. Avevo un blocco, non riuscivo a dire una parola in mezzo alla gente. Ma da quando ho iniziato le lezioni riesco a parlare e a essere felice perché mi sento finalmente libera“. Margaret Njeri, cresciuta nella baraccopoli di Kariobangi a Nairobi, è diventata un istruttore di yoga grazie all’Africa Yoga Project. Ora ha finalmente un lavoro e questo le ha cambiato la vita.”Quando vivevo a Kariobangi, rubavo, scippavo cellulari per avere qualcosa da mangiare e per dare una mano alla mia famiglia mi prostituivo. Diventare istruttore di yoga mi ha cambiato la vita, mi ha dato uno scopo e un lavoro“. Oggi un numero crescente di kenyoti cerca più o meno goffamente di assumere dignitosamente le asana rituali, le posizioni ginnicosofiche che caratterizzano lo yoga.
E il successo della pratica sembra contagioso, una contaminazione sociale e spirituale che dall’India millenaria sta entrando nel corpo sconfinato del continente africano. Offrendo speranze e prospettive forse esotiche ma radicalmente nuove.
Fonte: Tmnews