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L’Africa minacciata dall’apartheid energetico, nel continente elettricità pari a quella del Belgio

07 Apr

rinnovabili_africa

La maggior parte degli osservatori parla ormai dichiaratamente di Rinascimento Africano. Il Continente che più di tutti gli altri rappresenta il sud del mondo è la nuova frontiera dell’economia mondiale. Gli investimenti che stanno aumentando in progressione geometrica da almeno due anni a questa parte. Rinascita che non è più soltanto “drogata” dalla corsa delle multinazionali – ma anche da governi, in primis quello cinese – alle materie prima di cui l’Africa è clamorosamente ricca. Non solo sfruttamento delle risorse, quindi: ora, una parte delle risorse rimane nei paesi africani grazie agli investimenti in imprese locali. Si sta creando una nuova classe media, grazie all’aumento del Pil pro-capite. Soprattutto nelle nuove nazioni emergenti, come Sud Africa, Nigeria e Angola, oltre che nella fascia Mediterranea.

Ma tutto questo potrebbe essere vanificato dai ritardi del continente nella realizzazione di
infrastrutture. In particolare, la mancanza di impianti per la produzione di energia elettrica, necessari non solo per un miglioramento della qualità della vita, ma anche per sostenere la nascita di un sistema produttivo.

Invece, secondo la Banca Mondiale, il continente africano è vittima di una sorta di “apartheid energetico“: perché a gran parte alla popolazione africana viene ancora oggi negato soprattutto l’accesso all’elettricità. “Attualmente l’insieme del consumo energetico di un miliardo di africani equivale a quello

che il Belgio offre a 11 milioni di abitanti”, ha affermato il presidente dell’istituzione con sede a Washington, Jim Yong Kim. Secondo un recente rapporto  –  ha spiegato – 1,2 miliardi di persone vivono senza elettricità nel mondo, e un terzo vive in 20 Paesi asiatici e africani.

Come superare questo divario che rischia di compromettere la ripresa? L’Africa punta sulle energie rinnovabili, grazie alle condizioni climatiche decisamente favorevoli. Solo con una crescita sostenuta dell’offerta energetica potrà sostenere il volume degli investimenti. Secondo i dati di Ernst&Young, nel periodo 2007-2012 gli investimenti diretti esteri in Africa da parte dei Paesi occidentali sono cresciuti dell’8,4%, mentre quelli da Paesi emergenti sono cresciuti del 20,7 per cento. Se nel 2012 il livello globale degli investimenti si è contratto di circa il 18%, in Africa è cresciuto del 5% (50 miliardi che quest’anno dovrebbero diventare 56). Il Pil l’anno scorso è mediamente cresciuto del 5,5% e negli ultimi dieci anni il valore degli investimenti stranieri è triplicato, superando quota 182 miliardi di dollari.

Ecco perché l’Africa è destinato a diventare il nuovo Eldorado dell’energia verde. La rete elettrica è lacunosa e soltanto il 20 per cento delle famiglie ha accesso all’elettricità. Con punte del 5 per cento nei paesi meno sviluppati. In sostanza, sono 600 milioni gli africani che non hanno la luce in casa e 35 paesi su 53 sono sempre a rischio di interruzione del servizio. Questo impedisce realisticamente la costruzione di grandi centrali, e soltanto le rinnovabili, che possono essere sviluppate localmente, sono adatte allo scopo.

Fonte: Repubblica.it

 
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Pubblicato da su 7 aprile 2014 in Uncategorized

 

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