Le sfide del continente hanno cambiato volto e guardano al tech, ma c’è molto da fare anche nella agricoltura, nel mercato e nello sviluppo di una nuova classe di leader.
I problemi strutturali e i focolai di crisi sempre accesi non impediscono all’Africa di sognare se stando agli indicatori economici nel 2014 il suo tasso di crescita sarà pari al 4,8%, e un’ulteriore accelerazione potrebbe arrivare l’anno prossimo, con una crescita record fra il 5 e 6%. Almeno secondo le previsioni contenute nel Rapporto annuale sull’economia africana curato dall’Ocse in collaborazione con la Banca africana di sviluppo e ilProgramma di sviluppo delle Nazioni Unite; un rapporto che nelle sue stime copre per la prima volta tutti i 54 Paesi africani.
A giudicare però dalla mole dei progetti che organizzazioni umanitarie, Stati e multinazionali continuano a finanziare nel Continente c’è ancora molto da fare per sprigionare tutto ilpotenziale della crescita africana, che ha margini immensi in molti settori che nelle società avanzate fanno già i conti la crisi e i cambiamenti dei consumi. Il tech è sicuramente l’ambito più atteso, o quello che grazie ai progetti già raggiunti altrove, potrebbe assestare davvero l’ultima spinta all’accelerazione africana: sarà il caso di Project Lucy, ovvero l’impegno di Ibm a portare in loco le competenze dei suoi ricercatori, e il suo super computer cognitivo Watson, a dimostrare che una nuova lettura dei fenomeni, e dei dati, può favorire lo sviluppo dei singoli Paesi? Lo dirà il tempo, che in questo caso copre un arco di dieci anni. In Africa c’è bisogno anche di formare una nuova classe politica, di aiutare gli startupper e i maker a emergere, di portare il wi-fi al popolo: ecco dieci progetti che potrebbero ridisegnare il volto del Continente.
Fonte: Wired.it